Preparazione all'esame

Per la corretta valutazione dell'esame è necessario raccogliere le urine della 24 ore.

Ecco il metodo corretto:

Dalle ore 6,00 del giorno precedente alle ore 6,00 del giorno della consegna del campione.

Scartare le prime urine della mattina precedente e poi raccogliere tutte le urine della giornata, della notte e le prime del mattino del giorno della consegna in un unico recipiente (nelle farmacie esistono appositi contenitori).

Durante la raccolta, le urine vanno conservate in luogo fresco ( meglio se non superiore ai 10° C) e non esposte ai raggi solari.

Funzioni e Valori

Si tratta di un disturbo che causa escrezione di piccole dosi di albumina nelle urine.

Si parla di microalbuminuria quando la quantità di albumina nelle urine è compresa fra 30 e 300 mg nelle urine delle 24 ore o fra 20 e 200 microgrammi/minuto nelle urine non collezionate.

Anno dopo anno, il diabete soprattutto se scompensato, rovina i delicatissimi filtri dei reni. E' necessario agire con molto anticipo e l'esame della Microalbuminuria ci aiuta, segnalando anche una minima disfunzione renale decenni prima che questa evolva in una seria disfunzione.

La microalbuminuria è una condizione patologica, transitoria o permanente, che può talvolta evolvere in proteinuria franca ed esprime un'alterazione della permeabilità dei glomeruli renali alle proteine.
Si osserva spesso microalbuminuria nella fase iniziale del danno renale conseguente ad ipertensione arteriosa e in quello da nefropatia diabetica. Inizialmente saltuaria e reversibile a seguito di terapia dietetica o farmacologica della condizione di base (in tale fase è dovuta prevalentemente all'iperfiltrazione renale), con il tempo tende a diventare permanente, esprimendo un danno strutturale dei glomeruli. In questo caso si può osservare il passaggio da micro- a macroalbuminuria (escrezione di albumina in quantità superiore ai limiti massimi sopra indicati).

Proteggiamoci

Farmaci, dieta ed esercizio fisico: un controllo intensivo della Glicemia e della Pressione sanguigna riduce di molto la probabilità e ritarda l'inizio delle complicanze renali. Se queste sono già iniziate è possibile rallentarne la progressione. Occorrono però una diagnosi precoce e un monitoraggio attento della nefropatia. Il modo migliore è il controllo della presenza di albumina nelle urine. Nell'urina l'albumina non dovrebbe esserci, o quasi. Si tratta di una proteina preziosa, la più diffusa nel corpo. I reni dovrebbero quindi trattenerla nel sangue.

Ad ogni modo la microalbuminuria è l'unico segno che consente di identificare in una fase precoce i pazienti a rischio di sviluppare una grave insufficienza renale. La presenza di albumina nelle urine dei pazienti diabetici va quindi monitorata, almeno annualmente se i valori sono normali, almeno tre volte l'anno nei casi di micro o macro albuminuria. L'evoluzione del dato va coordinata con gli interventi tesi a compensare la glicemia e la pressione arteriosa del paziente, agendo anche sulla sua dieta e sul suo stile di vita. Inoltre il legame fra nefropatia e danni alla vista è talmente stretto che la comparsa di microalbuminuria è seguita quasi inevitabilmente da un danno alla retina. La microalbuminuria è rilevabile sia con esami di laboratorio classici (la cosiddetta wet chemistry) sia con il metodo della determinazione semiquantitativa a secco (dry chemistry) detto anche colorimetrico con lettura a contatto visivo, insomma attraverso delle strisce che funzionano con lo stesso principio di quelle usate per l'autocontrollo della glicemia.